Il pesce fresco: l’importanza di un’alimentazione sana
Secondo le statistiche, gran parte degli italiani mangia pesce solo una volta alla settimana, anche se tutti i nutrizionisti suggeriscono di consumarlo almeno due volte la settimana. Nutriente come la carne bovina, di pollo o di altri animali, il pesce è più digeribile grazie alla scarsa presenza di tessuto connettivo. I suoi grassi, simili a quelli vegetali, sono ricchi di composti polinsaturi, tra cui gli Omega 3, utili per il buon funzionamento del sistema cardio circolatorio.
Il pesce è ricco di minerali come il selenio, il fosforo, il fluoro e lo iodio (quest’ultimo in particolare è scarsamente presente in altri alimenti), che fanno parte della costituzione dei vari tessuti dell’organismo e regolano le funzioni circolatorie, nervose e muscolari. Infine il pesce apporta una discreta quantità di vitamine: le vitamine A ed E presenti nei pesci grassi (tonno, anguilla e sgombro) e alcune del complesso B. I molluschi (cozze, vongole e polpi) e i crostacei (gamberi, scampi) hanno una composizione simile a quella del pesce, con un po’ meno proteine, ma con un buon contenuto di zinco, magnesio e iodio; nel caso di cozze, vongole e ostriche, anche di ferro.
L’etichettatura. Una sicurezza in più
Ormai già da alcuni anni si possono avere più informazioni su cosa si acquista grazie a una direttiva dell’Unione Europea che prevede un’apposita etichetta per i prodotti ittici in commercio. In particolare, i rivenditori (supermercati e pescherie) hanno l’obbligo di esporre l’etichetta per ogni tipologia di prodotto, che deve riportare alcune importanti informazioni:
il nome commerciale della specie
il metodo di produzione
la zona di cattura
Il metodo di produzione indica se il pesce proviene da allevamenti o se è stato catturato, mentre la zona individua il luogo d’allevamento o di cattura, sia che si tratti di pesci nostrani sia che provengano da Stati dell’Unione Europea o da Paesi Extracomunitari.